Intervista a Kiki: “Klaustrofobia” raccontata in questa chiacchierata

Kiki benvenuta su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. “Klaustrofobia” sembra affrontare tematiche di angoscia e lotta interiore. Come hai tradotto queste emozioni personali nella tua musica e cosa ti ha ispirato a creare questo singolo?

Klaustrofobia suggerisce una situazione ansiogena e opprimente…ho anche 
inserito nel  pezzo suoni  elettronici per trasmettere questo sentimento
di angoscia che si prova nel viverla. Ho voluto raccontare di una mia
paura vera, reale, la claustrofobia appunto, ma intesa in due accezioni
differenti: in termini di spazio, sicuramente , ma anche nel senso più
“astratto” ossia quel sentimento di claustrofobia che si vive qualche
volta nelle relazioni con gli altri, in ogni tipo di rapporto affettivo
o sociale.

Hai collaborato con Luca Napolitano e Gianni Testa per la realizzazione di “Klaustrofobia”. Come è nata questa partnership creativa e in che modo ha influenzato lo sviluppo del brano?

La collaborazione con Joseba e la direzione artistica di Gianni Testa
sono nate due anni fa, tramite conoscenze comuni.. con le sessioni di
songwriting ho avuto l’opportunità di conoscere Nap, con cui ho
immediatamente instaurato un rapporto autentico: condividere con lui i
miei pensieri e i miei sentimenti è stato subito facile, lui ha saputo
capirmi e mi ha aiutato a  trasformare queste riflessioni in musica. È
stato molto formativo per me collaborare con lui e sono davvero
soddisfatta del lavoro fatto insieme.

Il videoclip di “Klaustrofobia” diretto da Marko Carbone sarà presto disponibile. Puoi condividere qualche dettaglio sul processo creativo dietro il video e come pensi che aggiunga alla tua narrativa musicale?

È stato molto divertente girare il video. L’idea di inserire i pugili è
stata di Marko e io ne ero entusiasta, perché per me rappresentavano le
mie paure che mi colpivano e da cui tentavo di scappare,  la lotta
interiore che si sprigiona in  ognuno di noi, ma ognuno può dargli il
significato che più si sente suo: è diversamente interpretabile.

Nei tuoi commenti sulla canzone, hai menzionato la paura di non riuscire a respirare e di perdere il controllo. Come la musica ti ha aiutato a trovare la via d’uscita da queste emozioni difficili, e come spera che il pubblico interpreti questo messaggio?

Da sempre la scrittura e la musica mi hanno aiutato ad uscire da queste
situazioni e gestire le mie emozioni…paradossalmente mettono “disordine”
tra i miei pensieri e mi aiutano a fuggire dalla monotonia, dal
convenzionale e dal socialmente accettabile,
Dandomi quel pizzico di follia con la quale mi sento di poter superare
qualsiasi ostacolo  o difficoltà.


 “Klaustrofobia” è solo l’inizio di nuovi progetti con Luca Napolitano. Puoi darci uno sguardo anticipato su cosa possiamo aspettarci dai futuri brani e come continuerai a esplorare tematiche emotive nella tua musica?

Attualmente sono in fase di pubblicazione altri due brani che ho scritto
in collaborazione con Luca, nei quali do grande spazio alla dimensione
psicologica e all’interiorità.. problematiche che nascono sempre da
un’insicurezza e che mettono in luce la costante e sfiancante lotta che
avviene dentro di noi, ma anche la  volontà di rialzarsi grazie a quella
forza che nasce e ritroviamo proprio dentro di noi: quella forza per me
nasce dalla musica.

Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!


Il percorso che ho intrapreso per arrivare alla realizzazione di questo
singolo è la parte più emozionante del progetto.  Un percorso durante il
quale sento di essere cresciuta molto, se mi guardo indietro mi rendo
conto di come sono partita e delle conoscenze e dell’esperienza che ho
acquisito, ho cambiato più volte modo di pensare e prospettiva. La cosa
che per me è stata  più difficile, è guardarmi dentro ed imparare ad
essere sincera con me stessa..imparare a dare spazio alla mia
autenticità. Un messaggio che vorrei condividere: vorrei che la mia
musica potesse infondere a tutti la voglia di essere autentici, senza
maschere né finzioni.

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