Intervista a Il Rimorso di Eva : “Il punto G è un titolo provocatorio che dice l’opposto di ciò che lascia intendere”.

Il Rimorso di Eva è una band pop/rock della provincia di Napoli, composta da: Adamo Romano (chitarra e voce) ; Giovanni Potenza (basso) e Nicola Attianese (batteria). Il loro Ultimo singolo “Il punto G” è presente nella nostra playlist.

Ciao ragazzi e benvenuti sul nostro blog per questa chiacchierata. Partiamo dall’inizio. Come si è formata la vostra band?

Io (Gio) ed Adamo ci conoscevamo per esperienze musicali pregresse, di cui non andiamo proprio fieri (feste di piazza ecc). Ed abbiamo cominciato pensare di buttar giù insieme qualcosa di nostro, estemporaneo, che magari ci desse più soddisfazione. Si è poi unito alla formazione definitiva Nicola, che ci ha stupito per voglia di fare e creatività. Difatti ricordo che a quel tempo la fase creativa aveva una crescita esponenziale, sfornavano idee nuove, riff, melodie, canzoni, ogni volta che ci vedevamo, spesso dimenticando le precedenti (ricordo che  dovevamo sempre riascoltarle dal cellulare per ricordarle) alcune delle quali sono convogliate nel primo EP “Sogni Erotici”.

Nel 2015 avete autoprodotto il vostro primo EP “Sogni eroici”. Avete un ricordo in particolare di quella esperienza?

Gio: personalmente ricordo la sensazione di fare qualcosa di così professionale, diimportantissimo. Quello che avevo sognato da una vita. Non vedevo l’ora di staccare dal lavoro per andare in studio, spegnere il telefono e lasciare tutto da parte. L’emozione della prima volta.

Arriviamo ad oggi. Siete Online con il singolo “Il punto G”, estratto dal nuovo EP “Giù”. Come nasce questo brano e di cosa parla?

È una canzone dal titolo provocatorio, che in realtà dice l’esatto opposto di quel che dà ad intendere; racconta di un’esperienza personale, di quanto sia labile, non definito e perciò facilmente valicabile il confine tra amore fisico e mentale. E di quanto l’uno non precluda mai l’altro. È un connubio che quando ti manca, sembra ti manchi tutto.

L’Ep è stato prodotto durante il primo lockdown. Com’è stato registrare in quel periodo?

Ovviamente difficoltoso. E i tempi di produzione si sono allungati. Non abbiamo avuto modo di organizzare una giusta promozione e portarlo in giro. Un suicidio. Ma quando tra anni guarderemo indietro, potremmo avere il ricordo di aver realizzato qualcosa che ci rappresenta in un periodo epocale.

Ci sono musicisti o band che influenzano particolarmente il vostro modo di fare musica?

Abbiamo ascolti individuali totalmente differenti.
Il ché rappresenta un vantaggio. Non ci è mai piaciuto etichettarci, perché lo consideriamo porre un limite. Anche perché non sappiamo nemmeno noi come incasellare il nostro genere musicale. Fortunatamente abbiamo ancora idee in divenire e fame di sperimentare, conoscere ed apprendere, passando per varie strade e cercando di trarne il meglio.

Come state vivendo l’attuale situazione in cui siamo orfani dei live?

Siamo in stallo in una sorta di limbo. Possiamo vederci poco per suonare insieme, e ne abbiamo tanta voglia. Ma come hai detto tu, quel che più ci manca è il palco, il nostro ambiente naturale. Quella emozione e quell’adrenalina non te la dà nessun’altra cosa! Cerchiamo di approfittare del tempo per comporre individualmente e contestualmente seminiamo con la promozione di “Giù” per quando si potranno poi raccogliere i frutti coi live. Non vediamo l’ora!

In questo periodo state componendo o creando qualcosa di nuovo per pubblicazioni future?

Ma certo. Non vediamo l’ora di mettere insieme le idee per dare vita a nuovi pezzi. La nostra fortuna è essere bene o male tutti dei creativi. O almeno ci proviamo.

L’Ultimo spazio come sempre è libero. Potete rispondere a quella domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta o lanciare il vostro messaggio!

Crediamo che le passioni siano l’unica cosa che possano cambiarti la vita dandole un senso. La musica nello specifico, cambia il modo di pensare, di agire, di guardare le cose. Ti fa sentire vivo. La domanda è quella che ci poniamo ogni giorno: vale ancora la pena lottare per i sogni? O è meglio arrendersi ad una “vita normale”? Perché per quanto tu possa crederci ogni giorno, arriva lo sconforto e la voglia di abbandonare tutto, di sentirsi inadatto. E la risposta credo che sia: finché si ha ancora la fortuna e la forza di provare emozioni.

VI LASCIAMO AI LORO CONTATTI PER ASCOLTARLI, SEGUIRLI E SOSTENERLI!!


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Il Punto G:  https://open.spotify.com/track/2JSAnTDUIvJhS7SRYOpQ1p

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