Intervista a Hot Ice: ci racconta il suo singolo ” A mio agio “

Benvenuto Hot Ice su Fuori la Scatola. Parliamo del tuo ultimo singolo “A mio Agio”. Il testo del brano è leggero e provocatorio, con riferimenti alla cultura pop. Qual è stato il processo creativo dietro la scrittura di queste liriche?

La prima strofa è stata scritta nella sua versione originale ancora qualche anno fa, per un progetto diverso poi non andato in porto. Però l’intenzione era più o meno la stessa, dunque leggerezza e reference a elementi concreti della cultura pop, ma anche per esempio al mondo dei social (da lì il riferimento ai lip sync). Era uscito più o meno tutto di getto. Dopodichè, nel momento in cui ho iniziato a lavorare con Mala Tempora alla produzione, ho proseguito il testo seguendo quel flusso iniziale. In un primo momento, il vero collegamento, il fil rouge ancora mancava. Ma di lì a breve è uscita l’idea del “motto” “A mio agio nel disagio”, o meglio, è stato preso in prestito dal gruppo di amiche della mia compagna, le “Fragoline di Bosco”, che mi hanno di fatto ispirato questa pazza idea, che ha poi dato al brano il senso attuale.

La produzione musicale di Mala Tempora ha un taglio house con elementi anni ’90 e ’00. Come avete deciso di adottare questo stile per il tuo singolo?

Mala Tempora è un dj prevalentemente techno, e le sue produzioni solitamente sono molto più spinte. Io però avevo voglia di collaborare con lui e unire il rap alla musica elettronica, dunque si trattava di trovare un punto d’incontro. Data anche la nostra età e il nostro background, la scelta è venuta abbastanza naturale. In un primo momento, il sound era anche più funkee, specie nel ritornello, ma alla fine abbiamo preferito puntare di più sul lato elettronico, che abbiamo considerato la veste migliore. La mia reference in tal senso era una cosa alla “Ma che hit” di BigMama.

Cosa ti ha colpito di più di questo mix sonoro?”

Mi incuriosiva sentire il mio rappato su una strumentale di questo tipo. Volevo poi una cassa che spingesse bene. E la parte più difficile è stata trovare il synth caratterizzante per il ritornello. Devo dire che anche Alesi all’Attitude Studio di Milano ha fatto un lavorone nel trattamento dei suoni. Ma per quanto mi riguarda, la parte più figa è l’attacco del cantato di Alessia Toffoli al centro del brano, con quello stacco musicale e la sequenza di rullante, pensata proprio in studio a Milano.

Hai detto di voler uscire dalla tua “confort zone” con questo brano. Quali sono state le sfide più grandi nel farlo?

Per me è stata una messa alla prova, anche banalmente per dover rappare su BPM più elevati rispetto a quelli con cui ho a che fare di solito. Andare bene a tempo, trovare un flow che ci stesse bene, non mangiarmi le parole, queste cose qui. E poi effettivamente riuscire a coniugare bene il mio tipo di rap con lo stile musicale di Mala Tempora. La parte più difficile è stata sicuramente il ritornello, sia nella scelta dei suoni che nella gestione delle voci, che alla fine abbiamo deciso di effettare nei modi particolari che si sentono. Non sapevo se avrebbe potuto funzionare o no, ma ho voluto provare piuttosto che optare per una scelta più safe ma magari più scontata.

Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta?

Mi auto-domando: “Come mai un brano di questo tipo in un momento in cui nel rap si sta tornando a sonorità più boom bap?” Perchè in realtà io il boom bap l’ho sempre fatto e lo faccio tutt’ora, e inoltre l’ho ripreso ben prima che ritornasse “di moda”! Battute a parte, il messaggio che vorrei lasciare a tutti è quello di non prendersi mai troppo sul serio, e riscoprire la leggerezza di cui tutti abbiamo bisogno a volte. E volevo ringraziarvi per lo spazio concesso.