Eccoci qui con Francesco Kairos a cui diamo un felicissimo benvenuto. Ciao Francesco! Dopo il successo dei brani ‘Maps’ e ‘Niente che non va’, sembra che tu stia continuando a sperimentare nuovi suoni e collaborazioni. Come descriveresti l’evoluzione musicale che hai avuto fino ad oggi e come è nata la collaborazione con Kuban in ‘Non siamo crazy in love’?”
Ciao, grazie per l’invito! Negli ultimi anni ho lavorato principalmente come autore per altri, quindi sono abituato a lavorare in team. La voglia di ritagliarmi un mio spazio è stata una naturale conseguenza di un momento in cui sentivo che avevo bisogno di dire io in prima persona qualcosa. Scrivere per altri è bello ma mette una serie di paletti che non riuscivo più a sostenere, in un certo senso mi sono sentito un po’ alienato fino a chiedermi, durante il lockdown, cosa avrei scritto se avessi dovuto scrivere un pezzo per me.
Nei due anni successivi, ho cercato un sound e uno stile che riuscisse a rispecchiare il più possibile tutte le mie “vite musicali”.
Kuban è un’artista coraggiosa, che sta provando a portare in Italia un R&B di stampo americano (insieme a Martina May, tra gli altri, che vorrei menzionare perché è co-autrice del brano). La mia musica sta andando in quella direzione, e sto scoprendo una scena e molti artisti validi con cui mi piacerebbe collaborare in futuro.
‘Non siamo crazy in love’ sembra affrontare il tema delle relazioni senza etichette o definizioni precise. Cosa ti ha spinto a esplorare questo argomento e quali messaggi vorresti trasmettere attraverso il tuo nuovo singolo?
Banalmente averle sperimentate in prima persona. Credo che ci si possa volere bene a prescindere dal tipo di etichetta che diamo ad una relazione. In questo momento della mia vita voglio sentirmi libero e questo non implica che io non possa avere una relazione monogama, semplicemente credo che i rapporti che funzionano abbiano una comunicazione aperta e una sincerità totale alla base. Io sto cercando di seguire questo principio, perché so che in questo modo metto l’altra persona nelle condizioni di scegliere cosa è più giusto per lei ed io posso farlo di conseguenza.
Hai avuto una candidatura ai Nastri D’Argento nel 2018 per la Miglior Canzone Originale con ‘Sconnessi’. Come hai vissuto questa esperienza e quali insegnamenti hai tratto dalla creazione di musica per il cinema?
Scrivere partendo dalla sinossi di un film, cercare di racchiudere in tre minuti il senso di una pellicola di un’ora e mezza, è complesso ma sicuramente stimolante. E poi il primo, e finora unico, red carpet della mia vita, circondato da tante leggende del cinema italiano, è stato quasi surreale.
Data questa tua connessione con il cinema, se il tuo nuovo singolo fosse un film, quale ti viene in mente?
Visto che il singolo racconta di un primo appuntamento (anche se il mood del brano è diverso) mi viene in mente Hitch, il film in cui Will Smith è il “dottor rimorchio” ed aiuta le persone ad innamorarsi, preparando meticolosamente ogni mossa, fino a rendersi conto che in realtà le persone si trovano quando sono completamente loro stesse.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti musicali? Hai in mente altre collaborazioni?
Sicuramente adesso mi fermerò per l’estate, ma sto già programmando nuove uscite da settembre in poi. Come dicevo prima, ci sono molti artisti con cui mi piacerebbe collaborare e alcuni con cui sto già scrivendo.
Come nostro solito lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Vorrei dire di non accontentarsi, di non avere paura di esprimere quello che si pensa e di avere il coraggio di essere liberi. E siccome non è facile fare nulla delle cose che ho detto prima, non avere timore di chiedere aiuto.
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