Intervista a Francesco “Chicco” Montisano

La musica, per Francesco “Chicco” Montisano, non è soltanto una passione: è un continuo percorso di ricerca e conferma. Saxofonista, compositore e produttore, Chicco ha collaborato con alcuni tra i più grandi nomi della musica italiana, sperimentando dal folklore regionale al jazz, passando per le colonne sonore televisive e radiofoniche. In questa intervista per “Fuori La Scatola” ci racconta le radici di un amore nato sin da bambino, la versatilità che caratterizza il suo approccio e i nuovi progetti che si affacciano all’orizzonte. Preparatevi a immergervi in un viaggio sonoro che, fra tradizione e innovazione, non smette mai di stupire. Ecco a voi l’incontro con Francesco “Chicco” Montisano.

Francesco, sei un saxofonista, compositore e produttore che ha lavorato con grandi nomi della musica italiana. C’è stato un momento preciso in cui hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada definitiva?

Il mio è un percorso in continua ricerca di conferme per cercare di sentirmi il più possibile degno di poter fare questo lavoro. Un momento importante è stato sicuramente quando a circa 10 anni mio papà mi portò a vedere l’orchestra della RAI di Roma, dove il primo sax alto era il grande Gianni Oddi, amico di gioventù musicale di mio padre a Genova e per me un mito perché era il primo sax alto delle orchestre di tutti i programmi televisivi RAI più importanti, come Festival di San Remo, Domenica In. Lui mi regalò i primi metodi didattici per sax e un’imboccatura Meyer n.6 fantastica che ho usato per 35 anni, in quel momento ho deciso che volevo suonare il saxofono.

“Jazz Funeral” affronta un tema intenso come la morte, ma lo fa con un approccio celebrativo tipico delle tradizioni di New Orleans. Come gestisci personalmente queste tematiche profonde nella tua arte?

Le ho affrontate solo una volta in un brano che scrissi per il cane di famiglia dopo che ci lasciò, direi che con questo album ho esposto questa tematica in abbondanza.

La tua formazione musicale è estremamente versatile: dal folklore regionale al jazz, fino alle colonne sonore. Come riesci a far coesistere queste diverse anime creative senza snaturarle?

Ho sempre fatto tante cose insieme, innanzitutto il saxofonista, poi il produttore cercando sempre di portare avanti la mia musica, progetti originali spesso con sezione fiati, fino a scrivere e dirigere un’orchestra jazz. Poi ho fondato il Professional Music Institute, un’associazione APS che organizza corsi professionali di musica e laboratori, masterclass, concerti, rassegne, con 2 sedi nella provincia di Reggio Emilia.

Collabori con RAI COM da vent’anni, realizzando musica per sigle e spot. Qual è la sfida più grande nel conciliare libertà artistica e richieste del mercato televisivo o radiofonico?

La sfida più grande è riuscire a realizzare la musica che mi commissionano mantenendo un’identità ma anche sapersi adattare ai diversi contesti dei programmi televisivi e radiofonici, come è stato per le musiche per il programma Ballarò che aveva un’identità anche musicale ben definita, oppure sigle con chiari riferimenti da seguire.

Nell’album “Quando la banda passò” hai puntato molto sull’idea di musica ‘lenta’, ideale per sonorizzare immagini intense. In un’epoca frenetica, cosa significa per te rallentare e dare spazio a suoni più riflessivi?

La composizione di questi brani mi ha dato la possibilità di concentrarmi più sulle sensazioni che vorrei trasmettere all’ascoltatore, la lentezza che caratterizza l’album lascia il tempo di riflettere, di immaginare, di rievocare ricordi.

Guardando al futuro, quali progetti hai in cantiere e cosa vorresti dire a chi si avvicina per la prima volta alla tua musica con “Jazz Funeral”?

In febbraio uscirà un altro album per RAI COM che raccoglie alcune delle musiche che ho scritto in questi anni per diversi programmi televisivi e radiofonici RAI. Poi in marzo uscirà un mio brano e un videoclip a cui tengo molto, si intitola “Dançador” cantato dal brasiliano Jim Porto che è anche autore del testo. Un brano in portoghese (brasiliano) che verrà presentato in anteprima a Stereonotte Brasil con Max De Tomassi su RAI Radio1. Poi c’è un altro album per me molto importante con il cantante veronese Filippo Perbellini dove ho fatto gli arrangiamenti e diretto un’orchestra jazz che uscirà a primavera. Poi ho anche realizzato una quindicina di brani dance che spero possano uscire prima dell’estate.

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