Benvenuta Diletta Fosso su Fuori La Scatola. “Nuvole” è un brano delicato e sognante che affronta il tema dell’equilibrio interiore. Qual è stato il punto di partenza emotivo che ti ha spinto a scriverlo? C’è stato un momento preciso in cui hai sentito la necessità di tradurre queste sensazioni in musica?
Grazie! “Nuvole” nasce da quella sensazione che abbiamo tra il bisogno di restare bambini e la spinta a crescere. Penso che a un certo punto chiunque abbia voluto fermare il tempo per non assumersi le proprie responsabilità. Per me la musica è un equilibrio fragile, un punto d’incontro tra i sogni e la necessità di restare coi piedi per terra. Forse crescere non significa perdere i sogni, ma imparare a camminarci sopra senza paura.
Un solo aggettivo che riassume al meglio il brano?
Sospeso.
Il titolo “Nuvole” evoca leggerezza ma anche instabilità. Cosa rappresentano per te le nuvole nel contesto del brano? Sono un rifugio, un ostacolo o un simbolo di trasformazione?
Le nuvole rappresentano il cambiamento perché non stanno mai ferme, ci sono e non ci sono, ti proteggono dal sole o te lo nascondono. Possono essere un posto dove rifugiarsi quando il mondo sembra troppo pesante, ma anche qualcosa di incerto… In mezzo ci stiamo noi: a volte dobbiamo accettare le cose come stanno, altre dobbiamo trovare il coraggio di cambiarle.
Nel panorama musicale attuale, dove spesso domina l’elettronica e la produzione digitale, il tuo sound si distingue per la sua naturalezza e raffinatezza. Quali sono state le scelte sonore più importanti nella realizzazione del pezzo?
Volevo che “Nuvole” avesse una dimensione intima e spontanea, e che ti avvolgesse con un timbro leggero. Abbiamo lavorato per lasciare spazio a voce e violoncello senza sovraccaricare il suono, perché alla fine la musica è bella quando riesce a parlarti senza troppi effetti speciali.

Essendo il tuo singolo d’esordio, “Nuvole” segna il primo passo di un percorso artistico. Come immagini il tuo futuro musicale? Ci sono già altre canzoni nel cassetto o progetti che vuoi realizzare a breve?
Assolutamente sì, ci sono altre canzoni pronte e tante idee da sviluppare: “Oltre il rumore” parla della guerra vista attraverso gli occhi di una bambina di dieci anni, “Il vento sale” della libertà attraverso la metafora del viaggio. Ho in cantiere un brano sul tema dell’apparenza sui social e un altro su un amore fugace come il tempo. In ogni brano cerco di infilare un messaggio, un pezzo di vita, qualcosa che ho visto, sentito o immaginato. E se anche solo una persona, ascoltandolo, si sentirà meno sola, allora sarò felice.

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