Intervista a Delmo per il nuovo singolo “Che Spreco!”

Delmo, all’anagrafe Andrea Del Moro, è un cantante di Milano classe 1993. Nasce come musicista e produttore musicale ma decide nel 2020 di mettersi in gioco anche come solista, finendo per scrivere e produrre tutti i suoi brani. In particolare ottiene un ottimo riscontro il videoclip del singolo “Volerò”.

Nel maggio 2021 pubblica il singolo “Che spreco!” di cui è anche arrangiatore.

Un brano scritto per dare voce a tutte quelle coppie che dopo aver visto la fine della storia diventano due sconosciuti, riuscendo a camuffarsi così tra gli sguardi della gente comune, come sottolineato nel testo: “…e se per caso poi ti incontro per strada non saluti, ma che spreco!”.

  • Benvenuti su Fuori la scatola, oggi in compagnia di Delmo! Quando e come è nata la tua passione per la musica?

Ciao Fuori La Scatola! Alla giovane età di 10 anni ho preso in mano per la prima volta una chitarra fin troppo grande per le mie giovani mani. E’ nata così la magia della musica per me. Tuttavia sono passati diversi anni prima di capire che l’attività di musicista mi avrebbe accompagnato per tutta la vita (spero!). Più precisamente a 20 anni, insieme ad un amico, ho costituito uno studio di registrazione in provincia di Pesaro, trovandomi così a lavorare con grandi artisti italiani main stream e non per la quale scrivevo ed arrangiavo canzoni.
E’ venuto da sé ed in modo naturale che quel tipo di lavoro l’ho voluto improntare e sviluppare anche su di me, diventando così Delmo: un cantautore indie-pop che sta cercando di raccontare la sua storia e il suo modo di vedere la vita attraverso la musica.

  • Come hai vissuto i periodi di quarantena? Sono stati produttivi a livello creativo?

E’ un’ottima domanda, molto pertinente in quanto è proprio nel 2020 che mi sono messo in gioco iniziando la mia attività di cantautore cercando di farmi strada nella musica indie a colpi di chitarre, cori e batterie. Ahimè la musica non è ancora la mia professione in quanto di lavoro ricopro il ruolo di responsabile commerciale presso una società energetica. Tuttavia sto lavorando sodo affinché la musica possa diventare il mio pane quotidiano. Sicuramente questa quarantena mi ha permesso di avere tanto tempo per scrivere e registrare!

  • Cosa vorresti suscitare nell’ascoltatore che sente questo pezzo?

Il modo che ho di parlare con chi mi ascolta è attraverso le mie canzoni: racconto molto di me, delle esperienze che mi sono capitate e chissà a quanti altri siano capitate. L’intento è quello di dare una pacca sulla spalla a chi si ritrova nelle situazioni che racconto, un “non sei solo”, un “abbi fede e andrà tutto bene”. Non è questo il senso della musica dopo tutto? Ognuno ci legge quello di cui ha bisogno. Se qualcuno si può sentire consolato dalla mia musica e dalle mie parole sarebbe il successo più grande in quanto artista.

  • Tre album a cui sei molto legato

Colleziono vinili di album che amo particolarmente e che orgogliosamente mostro nella “wall of great music” della mia sala. Sicuramente nella top 3 c’è il primo album dei Maroon 5 “Songs about Jane” dalle sonorità coinvolgenti dei primi anni 2000. A fare la compagnia a questo grande album c’è anche “Parachutes” dei Coldplay e “Chet Baker Sings” classe 1954, dalle struggenti melodie della tromba del mio idolo Chet Baker appunto.

  • Dove ti piacerebbe suonare quando sarà possibile?

Posso sparare alto? L’arena di Verona è uno dei luoghi più incantevoli e suggestivo dove esibirsi. Immaginate di trovarvi in quel palco, in mezzo a questo anfiteatro romano nel centro storico di Verona. Più che concerto ideale direi l’obiettivo finale! Restando invece coi piedi per terra mi piacerebbe esibirmi nei grandi parchi italiani ed in particolare a Parco Sempione, Milano in versione unplugged.

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