Intervista a Daniele D’Elia: tra il nuovo album “Uno dei tanti” e nuovi progetti futuri

Benvenuto Daniele D’Elia su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. “Uno dei tanti” segna un momento importante del tuo percorso artistico. Cosa rappresenta per te questo album, e in che modo la data di uscita, il 25 agosto, riflette il suo significato personale?

Uno dei tanti rappresenta una nuova tappa del mio percorso musicale e umano. Sono una creatura in divenire che cerca di evolversi momento dopo momento in ogni ambito. Penso che la mia scrittura si sia affinata rispetto ai lavori precedenti. Lo scorso 25 agosto ho compiuto cinquant’anni e ho voluto celebrarli in modo speciale, condividendo con il mondo questo nuovo lavoro.

Il disco esplora temi universali come la speranza, la lotta e l’amore. Ci puoi raccontare un po’ di più su come questi temi sono emersi nel processo di scrittura e come li hai affrontati nel contesto delle tue esperienze personali?

Alcune canzoni hanno una forte componente sociale, come Uno dei tanti e Another Way to Live, che affrontano rispettivamente il tema dell’immigrazione e dei conflitti in Medio Oriente e tra Ucraina e Russia. Sono vicende che mi hanno colpito profondamente e che ho sentito il bisogno di raccontare in musica, nel tentativo di dare il mio piccolo contributo. Attraverso queste canzoni, ho cercato di trasformare emozioni e riflessioni in qualcosa che potesse stimolare consapevolezza e dialogo. Altre, invece, sono più intime e personali, nate dal mio vissuto. Per me rappresentano un mezzo attraverso cui esprimere la mia interiorità.

La title track sembra raccontare una storia molto potente, quella di un migrante in cerca di un futuro migliore. Qual è il messaggio che speri di trasmettere attraverso questa canzone, e perché pensi che sia importante oggi?

Certi politicanti hanno costruito il proprio consenso sfruttando e alimentando le paure degli elettori verso il diverso, lo straniero. Con “Uno dei tanti” ho voluto raccontare la storia di chi parte lasciandosi tutto alle spalle, spesso affrontando rischi enormi, solo per cercare un futuro dignitoso. È un tema più che mai attuale, perché dietro ai numeri e alle statistiche ci sono persone con sogni, speranze e paure, proprio come noi. Credo sia fondamentale ricordarlo, soprattutto in un’epoca in cui la narrazione sull’immigrazione è spesso distorta o strumentalizzata.

“Uno dei tanti” mescola influenze anni ’90 con un sound moderno. Come hai lavorato per rendere questi riferimenti nostalgici freschi e attuali, senza cadere nel semplice richiamo al passato?

Scrivo senza riferimenti stilistici precisi. Ogni canzone ha una propria identità e, insieme al mio produttore Massimo Satta, cerchiamo di rispettarla, lasciando che arrangiamenti e sound nascano in modo naturale. Non mi interessano le mode: vorrei che la mia musica andasse oltre.

In un’epoca in cui la musica pop è dominata da suoni e tendenze globali, come vedi il ruolo del cantautore italiano nel panorama musicale contemporaneo? In che modo “Uno dei tanti” si inserisce in questa discussione?

C’è sempre il rischio di omologazione. Il cantautore italiano dovrebbe essere un partigiano della canzone, capace di resistere a queste tendenze fagocitanti senza chiudersi al nuovo. Uno dei tanti è un disco orgogliosamente indipendente che vuole contribuire a questa “resistenza”.

Progetti futuri? Ci puoi anticipare qualcosa?

Nei mesi precedenti e successivi all’uscita del disco ho avuto una serie di problemi di salute. È stato un periodo piuttosto difficile che mi ha provato fisicamente e psicologicamente ma molto fecondo dal punto di vista compositivo. Sono “arrivate” undici nuove canzoni che faranno parte del mio prossimo album che intendo pubblicare entro la fine di quest’anno. La prossima estate vorrei riprendere  il mio Mountain Tour, un progetto live acustico con il quale porto la mia musica nei rifugi di alta montagna, spostandomi a piedi da uno all’altro, zaino e guitalele in spalla.

Lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

“In un mercato così spietato, cosa ti spinge a portare avanti il tuo progetto?”

La necessità di fare musica nasce da un’istanza interiore, autentica. Al mercato, invece, ci vado solo per fare la spesa…

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