Bentornato Cutro su Fuori La Scatola per questa nuova intervista. “L’ultimo pezzo di me” nasce da un’esperienza personale molto intima. Puoi raccontarci come questa esperienza ha ispirato il brano e quale messaggio volevi trasmettere attraverso di esso?
Ciao a tutti!
Quello che vorrei principalmente trasmettere è che le emozioni negative possono anche avere un riscontro positivo. Per esempio grazie alla solitudine si può avere la possibilità di ritrovare se stessi. La pace interiore ce l’hai dentro, non arriva da fuori!
Nel brano affronti il tema della solitudine con un equilibrio tra paura e ironia. Come sei riuscito a tradurre questa dualità in musica e parole?
Non si tratta solo di equilibrio ma di un filo sottile che lega queste due emozioni contrastanti. Mi piaceva l’idea di affrontare qualcosa che mi facesse paura in modo leggero, un po’ per esorcizzarla.
La copertina del singolo, disegnata da tua sorella, è particolarmente simbolica. Come è nata l’idea dell’occhio con l’audiocassetta in fiamme? Cosa rappresenta per te questo connubio tra immagine e musica?
L’occhio è preso da una fotografia reale del mio iride e rappresenta lo specchio dell’anima. L’audiocassetta in fiamme all’interno della pupilla rappresenta quello che è per me la musica: fuoco vivo.

Il tuo percorso accademico a Cromatika sembra essere una parte importante della tua crescita artistica. Quanto questo percorso ha influenzato la realizzazione di “L’ultimo pezzo di me”* e la tua visione musicale in generale?
Molto. Il percorso che sto seguendo con Cromatika mi ha portato non solo ad una crescita artistica ma anche personale facendomi vedere aspetti della vita in maniera diversa.
Nel brano parli di “creare risposte” o “trovarle nell’ultimo pezzo di te.” Quanto è stato terapeutico scrivere questa canzone e come speri che il pubblico si relazioni a questa ricerca di sé?
Per me è stato molto terapeutico, infatti esternando in scrittura le emozioni ho fatto un viaggio introspettivo dentro di me. Spesso cerchiamo di auto convincerci creando risposte che potrebbero aiutarci a stare meglio, ma spesso le risposte che cerchiamo, e che sono reali, sono dentro di noi. Spero che chi ascolta questo brano riesca ad affrontare lo stesso viaggio introspettivo che ho fatto io.
Lasciamo l’ ultimo spazio dell’ intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!
Vi ringrazio come sempre per l’intervista! Un saluto a tutti gli amici di Fuori la scatola!

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