Intervista a CURA per il suo nuovo singolo ‘MareBuio’

Qui oggi con CURA, protagonista di questa intervista Fuori la scatola. Benvenuta! MareBuio è il tuo nuovo singolo ed è un brano altamente profondo. Cosa (o chi) ha dato l’ispirazione per questo singolo?

La mia storia d’amore passata. E’ finita un po’ all’improvviso per me. Mentre lui si prendeva tempo per riflettere, io mi sono ritrovata in un limbo di attesa infinita. Quei 10 giorni prima di verdeci e parlare dal vivo sono sembrati 100 anni. 

Inizialmente il pezzo si chiamava “24ore”. Come è diventato poi MareBuio?

La prima stesura del testo diceva “ Guarda che stasera non ti chiamo se non mi chiami te, non ho piu’ motivo di sperare in una storia che tanto puo’ morire, 24 ore qui mi sembrano anni… “ 

Ecco perche’ 24 ore, ma poi quando l’ho fatta ascoltare al mio amico Produttore Giulio Di Giamberardino, e’ nata insieme la melodia del il ritornello, dove la parola Mare Buio e’ stata la chiave tra il mappamondo e la vasca.  

È interessante ascoltare il brano anche per la tua performance vocale in cui proponi dei fraseggi interessanti e tocchi note molto gravi in maniera pulita. Hai una storia importante di studio alle spalle, in un momento storico dove la didattica viene quasi snobbata e viene maggiormente presa in considerazione la sola l’apparenza. Cosa ne pensi di questo fenomeno?

Innanzitutto grazie per questo complimento, lo apprezzo tanto. Quando scrivo le mie melodie penso sempre alla direzione emotiva, in questo brano ci sono vari sbalzi di direzione dall’alto al basso, come un’onda, ho seguito il flusso e successivamente ho scritto il testo. Non e’ mai nulla di conscio comunque. 

Penso di aver studiato tanto. Di essere fin troppo perfezionista a volte, che certe cose si possono fare solo attraverso tanta applicazione. Da cantante mi viene da dire anche che piu’ conosci la musica, piu’ verrai rispettato tra i musicisti, allo stesso tempo lo studio potrebbe diventare una trappola dentro la quale ci si rifugia per non buttarsi mai. Mi e’ successo anche questo. Ad oggi ho capito che non bisogna studiare cento anni per saper fare una cosa, ma che non si puo’ pensare che senza lo studio ci si arrivi allo stesso modo. Lo studio pero’ non c’entra necessariamente con la didattica; forse e’ questo l’equivoco che allontana le persone dallo “studio”. Per me, la chiave sta nella curiosita’, nel metodo e nella passione. Cosi’ ho imparato a fare tante cose: cantare,ballare, suonare,arrangiare, produrre i brani, registrare,montare i video dei reel di insta, scegliere e montare i canvas, Eccoci scrivere le idee per le grafiche, per i contenuti, non mi pongo piu’ troppi limiti. Essere curiosi ti fa imparare le cose velocemente, e quando le fai in maniera appassionata, e’ impossibile che non ci sia della sostanza. 

Hai collaborato con Karima,Ditonellapiaga e Fasma in passato. Come ti ha influenzato questa esperienza nella tua carriera musicale?

Ho sempre amato gli arrangiamenti corali, sono presenti in ogni brano nell’Ep. 

E’ un amore che nasce da un po’ prima della scrittura. 

Quando ho fatto la corista per Karima, a 18 anni ho imparato tutto il repertorio in un pomeriggio per la gioia ma allo stesso tempo avevo troppa paura di mettermi in gioco. 

Invece, quando ho scritto quelli per Dito, o quelli per Fasma mesi dopo, avevo gia’ iniziato a viaggiare tra Milano e Roma per registrare i brani del mio Ep. Avevo chiaro davanti a me il percorso che volevo intraprendere e quello che sognavo di raggiungere. Quell’esperienza mi ha insegnato a capire che aldila’ della cantautrice sarebbe stato bellissimo anche un futuro da arrangiatrice, e perche’ no, direttrice di un coro,del mio! Prima lo vedevo come un piano B, e una dote che non dovevano conoscere in troppi per non confondere il mio sogno, adesso come un’ennesima cosa che ho imparato a fare, attraverso tanti sacrifici, che mi fa divertire e liberare creativamente. La mia carriera non deve avere solo una direzione, ecco cosa mi ricorda la mia passione per la musica. Mio padre mi diceva spesso “scegli una cosa.” col tempo ho cercato di spiegargli che io sono in tutte le cose che faccio e che creo, e che mi va bene cosi.

Cosa possiamo aspettarci dal futuro di CURA? Ci sono dei progetti in vista?

Prima di pubblicare il primo singolo, pensavo costantemente al futuro, a quello che sognavo, i palchi, la gente, i brand da realizzare, il concetto “cura” e’ sconfinato nella mia mente. Ci sono troppe cose che vorrei fare. 

Pero’, questo non mi ha fatto sempre bene, percio’ vorrei pensare solo al presente ora, e godermi questo progetto che esce un po’ alla volta, cosi’ ogni cosa che arriva sara’ quando deve.

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista al nostro ospite. Puoi ora lanciare un tuo messaggio o rispondere alla domanda che avresti voluto ma non ti è stata fatta!

Una domanda che mi farei se fossi qualcun altro sarebbe:

Se dovessi scegliere di fare una sola cosa nella vita, cosa faresti?

A questa non saprei proprio rispondere. Non potrei mai sopportare di fare una cosa sola, andrei in depressione. Non posso pensare che le persone pensino di saper fare solo una cosa. A volte mi sembra che si diano per scontate delle cose che si sanno fare, e ci si concentri solo sulle quelle che si sanno fare solo per circostanze di vita.  Saper fare una cosa non presuppone necessariamente guadagnarci dei soldi. Magari puo’ essere esattamente il diversivo da quel lavoro pieno di cose che non ci soddisfano, o semplicemente  un plus che ci rende piu’ felici e ci fa vivere meglio. Se fallisci in una, ne hai sempre un’altra da inventare. 

un’altra sarebbe:  

Che preferiresti tra avere la possibilita’ di far uscire 10 brani in cui credi, che hai deciso tu ma che non sai come andranno una volta pubblicati oppure fare un brano che ti rappresenta un po’ a meta’ in cui hai la garanzia di avere un riscontro immediato?

Risponderei che sono entrambe le cose che desidero, e entrambe le cose che mi mettono in difficolta’. Uno pensa che se scrivi 10 brani indipendenti non starai male in alcuni momenti o non ti sentirai persa, e che fare un brano che non ti rappresenta significa snaturarsi. La verita’ e’ capire chi sei tu, in ogni contesto differente e che, se onestamente, puoi essere tutte le cose che desideri. 

SEGUI CURA

INSTAGRAM

TIKTOK

SPOTIFY