Intervista a Castano Shock: “ebbi la visione e nacque il Double One”

Abbiamo già parlato nei giorni scorsi di Castano Shock e del suono “Double One”, l’Album uscito martedì scorso che prende il nome dall’omonima tecnica da lui inventata con la quale è stato suonato l’intero disco. Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistarlo!

Ciao Castano. In questa intervista vogliamo parlare di quello che è il tuo nuovo percorso, senza dimenticare l’importante curriculum che possiedi. Una cosa però da chiedere è d’obbligo, soprattutto per chi ancora non ti conosce. Da cosa deriva il nome “Castano Shock”?

Castano per via dei capelli. Shock per via dei contenuti sia visivi che etici! Avevo i capelli quasi grigetti come molti miei coetanei. Poi 10 anni fa sono diventato vegan e nei mesi successivi i capelli man mano che ricrescevano sono tornati del colore che avevo sempre avuto,cioè castani!  

Passiamo ora a “Double One” che oltre ad essere il titolo del tuo nuovo disco è il nome di una nuova tecnica, un nuovo strumento, ma che tu definisci addirittura una filosofia. Parlacene. Come l’hai inventata e da quali basi sei partito e dove vuoi arrivare?

Come ho inventato il double one? eh eh eh…. sono molto attento a tutto ciò che ci viene propinato nei network, i social , internet ecc.
Mi sono accorto di molte cose strane che ormai sono scontate e normalità: per esempio gli haters che si suddividono in 2 fazioni: quelli che hanno bisogno di ridere mentre ti prendono in giro e quelli che hanno bisogno di odiarti ed offenderti mentre ti seguono;
La rete ti regala grandi numeri e quindi consensi sopratutto con questi haters anche perchè gli amici e i parenti o quelli che nel tragitto/gavetta si spacciano per eterni fans in concreto non fanno nulla , nemmeno comprarsi un cd o una t shirt che vogliono regalata.
Un giorno notai Domenico Bin e sopratutto tutto il polverone che aveva , forse suo malgrado, tirato su !
Durante il covid questo signore pubblicava una o anche due canzoni al giorno su youtube e questi video venivano condivisi in ogni dove regalando così una certa attenzione sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. Questa cosa mi ha fatto riflettere molto. Nello stesso periodo siccome stavo provando a creare una band per portare in giro le mie canzoni inedite sovente mancava sempre un elemento, quando avevo il bassista andava via il chitarrista, per esempio, e quando si era quasi al completo in ogni caso riprodurre le canzoni senza tastiere comportava un lavoro interminabile di ri arrangiamento…
Un giorno cominciai a valutare di inventarmi un genere dove la tastiera non era contemplata anche a costo di dover rifare i “miei classici” tipo ” l’uomo sbagliato”, “l’apatico simpatico”, “presunto potere”, “lo chiamerò Marcello” o le più recenti “made in china” e “e niente…”
Partii dal basso distorto ma nei brani tra la strofa e i ritornelli o gli assoli non riuscivo a creare in nessun brano quella necessaria pienezza ;
anche usando gli effetti la sostanza non cambiava.

Poi un giorno, curiosando su internet trovai quel ragazzo di colore che con una chitarra classica sgangherata e una sola corda faceva un rap davvero accattivante e lì mi si accese la lampadina …

Non potevo fare una cosa identica, c’era già lui e poi in ogni caso venendone da arrangiamenti con 7/8 strumenti ridurre tutto con una corda non mi sembrava la scelta giusta. Inoltre i brani sarebbero diventati tutti uguali e questo mi spinse altrove. Nei giorni successivi continuavo a torturarmi: dovevo inventare qualcosa per il bene dei miei brani, i miei figli! Ci fu un attimo che ebbi la visione e nacque così il “double one” il primo strumento con due corde accordate all’unisono per potere ottenere una tonica e la sua relativa terza maggiore o minore.

Passiamo ora al tuo disco omonimo. E’ composto da 12 bellissime tracce. Profonde, attuali, ma sagaci ed ironiche. Parlaci di questo disco, come è nato e se c’è una traccia in particolare a cui sei legato

Sono legato a tutte le tracce che compongo il disco e pure a quelle che ho escluso che in qualche modo cercherò di infilare nel disco double one successivo!

Ogni brano è un pezzo di me ma sono sicuro che “se io sarei”, “oggi sto bene”, “sei di nuovo stanca” e “siamo ancora noi” saranno tra le più apprezzate oltre che ovviamente la divertentissima “mi sono innamorato”.

Anche la copertina è di forte impatto. L’hai creata da solo? Da dove è venuta l’idea?

La copertina doveva rappresentare in un colpo secco il contenuto!

Nel disco racconto lo sconforto che provo verso la società, quindi mi sono vestito di questi malesseri e mi sono fatto un selfie (uno di questi malesseri) mentre mi facevo un selfie..quindi un selfie del selfie…e sono felice!  ho avuto l’ennesima intuizione shock!  la visione e nacque così il “double one” il primo strumento con due corde accordate all’unisono per potere ottenere una tonica e la sua relativa terza maggiore o minore.

Purtroppo l’attuale emergenza covid sta vietando i live. Una volta tornati alla normalità pensi di andare live con la tua due corde?

Come ho già detto in altre interviste in questi giorni la questione live sarà superabile con la rete….presto creerò dei concerti visibili dal proprio cellulare o dal tablet. Lo streaming è una scelta che già in molti hanno sposato e per assurdo da la possibilità di renderti visibile anche meglio rispetto ad un concerto dove si crea confusione e distrazione di ogni genere

“Se io Sarei” è la traccia che apre il tuo album ed è anche all’interno della nostra playlist. Ha un evidente errore grammaticale nel titolo. Parlaci di questo brano e quando l’hai scritto.

“Se io sarei”  a proposito di malesseri sarà apprezzata da gli amanti della letteratura quanto i “grammaticati” per la sua ironia e il messaggio che manda e per assurdo anche da gli “sgrammaticati” che non conoscendo la loro lingua non si accorgeranno di nulla e si ritroveranno a cantare quelle parole che usualmente adoperano per esprimersi!  questa cosa molto double one  mi rende felice e divertito!

Quest’ultimo spazio come sempre lo lasciamo libero. Sentiti libero di lanciare un qualsiasi messaggio, o rispondi alla domanda che non ti abbiamo fatto e che avresti voluto.

Non mi avete chiesto se sono felice! Ora lo sono …grazie al double one!!

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