Interevista: gli Elektra ci raccontano “Radici nucleari”, singolo che anticipa il nuovo album

Ciao agli ELEkTRA e benvenuti su Fuori La Scatola! “Radici nucleari” è il vostro nuovo singolo .Ci potete raccontare l’ispirazione dietro questa canzone e il suo significato per voi come band?

Ciao Ragazzi grazie mille 

Radici Nucleari Nasce da un prototipo chitarra e voce sulla quale abbiamo lavorato, cercando di rendere tutto  piu elettrico. Nasce come idea per raccontare una di quelle situazioni, che sia un amore che sia amicizia progetto artistico o di lavoro , ormai destinata a svanire e impossibile da recuperare .. Qualcosa che sarebbe meglio far finire il prima possibile, ma che spesso a causa della paura di dover ripartire da capo o di non vedere le cose come stanno  veramente si porta e trascina avanti anche per lunghi periodi.

Periodi quasi inutili che fanno solo male. Sono storie con radici velenose addirittura radioattive 😉 .

“Radici nucleari” è il primo estratto del vostro prossimo album. Cosa ci potete anticipare riguardo al resto del disco? Ci sono temi che ricorrono nell’album?

L’album stato pensato in stile “Concept” o almeno ci ho provato  …

Il titolo provvisorio per il momento e’  “Sottocultura” ma non e’ detto che non possa cambiare ..  Si basa su storie e situazioni di quartiere prevalentemente , visto che da un posto turistico di mare della toscana dove grazie al cielo sono nato e cresciuto mi sono autocatapultato a vivere nelle periferie di Milano soprattutto quella di Quarto Oggiaro dove al momento vivono praticamente quasi tutti i miei amici .  Da qui ho potuto osservare e capire quanto piu sia interessante questa gente di quella che invece vive nel centro di Milano con la quale purtroppo non mi sono mai trovato eccessivamente a mio agio.

L’arte spesso riflette le esperienze personali. Ci sono esperienze personali o storie di vita che hanno influenzato la creazione di questo nuovo album?

Si , come ho detto sopra tutte quelle di quartiere … per questo album soprattutto quello che riguarda le periferie di Milano , o almeno quelle nelle quali ho potuto vivere. 

Parlate di creare un legame “travolgente ed intimo” con chi ascolta la vostra musica. Come cercate di instaurare questa connessione con il vostro pubblico durante le vostre performance live?

Dando sempre il massimo , come insegna Neil Young si deve suonare sempre con la stessa carica e voglia di comunicare. Sia che si suoni davanti a 3 o 300.000 persone. Cercando di evitare trucchi e salvavita che ormai oggi sembrano all’ordine del giorno ..  autotune , preregistrazioni ecc ..  Tutte cose che sembrano salvarti il culo all’inizio ma che invece te lo smerdano “e basta”  😉  tra virgolette .. tanto per capirsi in materia di autotune. 

Potete condividere con noi alcune delle vostre principali influenze musicali e come queste hanno contribuito a definire il vostro sound?

Beh sono svariate,  i ragazzi arrivano dal rock dal Grunge  e dal Moderno progressive  ..  luca anche dal Funk come tanti bassisti del resto … Io sono cresciuto con un po’ di tutto prevalentemente Grunge e Rock Sperimentale sia Inglese che Americano. ma mi sono sfondato anche di classici .. e di cantautori italiani Soprattutto De Gregori e Guccini ..  Adoro Mike Patton anche se purtroppo non cantero’ mai come lui  :p

Come sempre lasciamo l’ultimo spazio dell’intervista ai nostri ospiti. Potete ora lanciare un vostro messaggio o rispondere alla domanda che avreste voluto ma non vi è stata fatta!

Domanda : 

Perche’ avete iniziato a suonare 

io : Per cercare di non cadere nel mondo,  ma a quanto pare non ci riesce nessuno a starne fuori 

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