Fuori dal 29 gennaio “Nata Libera”, il nuovo singolo de Il Cile. Terzo lavoro insieme all’etichetta “Zonartista Records” di Fabrizio Bartolomei, prodotto e masterizzato da Giacomo Loré presso i “G.L.ab Studio” di Carrara e arrangiato dal Cile stesso.
“Nata Libera” parla di un amore sincero e profondo, lontano dai soliti cliché e della banalità. Questo amore viene espresso presentando una ragazza senza catene fatte da pregiudizi. Una ragazza che la si ama per quello che é, per il suo essere, appunto, libera. Il brano, dalle sonorità fortemente legate alle chitarre e con una dosata crudezza sonora che richiama il rock degli anni zero, ritrae una storia d’amore di cui questa volta Lorenzo è spettatore e non protagonista. Questo sentimento è un’intreccio di culture, spiriti etnici e diversi folklori, che si fondono grazie alla passione e il desiderio, abbattendo le barriere dei pregiudizi e gli ostacoli dei luoghi comuni.
“Nata Libera” è un brano che racconta un amore autentico e senza pregiudizi. Qual è stata la scintilla che ti ha ispirato a scriverlo?
Direi che tutto nasce dal desiderio di raccontare la vita, i sentimenti e le traversie emotive di qualcuno a me vicino. Mi piace farlo quando mi presto a lavorare come autore ma questa volta ho voluto portare questa metodologia anche nel mio repertorio.
In “Nata Libera” sei spettatore e non protagonista della storia d’amore. È stato più difficile scrivere da questa prospettiva?
No, come autore ho già toccato certe corde. “Brucerò per te” dei Negrita ad esempio parla di una malattia (fortunatamente superata pienamente) della moglie di Pau, e nonostante la delicatezza del tema non ebbi alcun problema ad inserirmi nella poetica della canzone.
“Nata Libera” anticipa l’album “Ossitocile”. Cosa puoi anticiparci su questo nuovo progetto?
Ci saranno collaborazioni speciali nel disco?
Il disco raccoglierà alcuni lavori nati dalla mia firma com Zonartista Records di Fabrizio Bartolomei e con Giacomo Loré alla produzione. Oltre a un team di grandi musicisti come Leo Caleo, Timo Orlandi e Nicola Sciarpa.
Per le collaborazioni preferisco sempre collaborare io con altri, ma mai dire mai
Hai scritto per artisti del calibro di Negrita, J-Ax e Loredana Berté. Come cambia il tuo approccio quando scrivi per te stesso rispetto a quando scrivi per altri?
Sempre istintivo e concentrato, poi se piace alla prima bene sennò lavoro di limatura.
Hai calcato palchi importanti come Sanremo, San Siro e l’Heineken Jammin Festival. Qual è stata l’esperienza più significativa della tua carriera live finora?
Guardando al futuro, hai un sogno artistico che non hai ancora realizzato?
Sanremo è stato molto particolare perché è un palco sacro e prima o poi mi piacerebbe tornarci, per il resto quando salgo su, io mi estraneo e canto le mie storie, ovunque sia e davanti a chiunque sia.