È appena uscito Il più alto dei rami, il nuovo singolo dei Super Topper, per l’etichetta Rocketman Records, un brano rock alternativo che parte dalle origini punk del gruppo sporcandole con venature post-hardcore e atmosfere emo. Andiamo a scoprire qualche cosa in più in proposito insieme alla band!
Cosa possono aspettarsi le persone che già vi conoscono da questo singolo?
Ciao, questo è in assoluto il primo singolo con questo progetto. Chi ci conosce per le nostre passate esperienze sicuramente potrebbe trovare il sound familiare ma con delle dinamiche totalmente diverse; i puristi dei generi un po’ più estremi magari non apprezzeranno, ma chi ha una visione più aperta della musica potrebbe trovarci interessanti. Sicuramente non ci siamo mai posti il problema.
E per chi invece non vi conosce ancora, perché pensate che Il più alto dei rami sarebbe un ottimo punto di partenza per scoprirvi?
Questo singolo è stato uno dei primi che abbiamo composto, è stato costruito attorno a un testo cupo ed enigmatico, la musica ne ha seguito la forma e il risultato è stato involontariamente molto più rock e orecchiabile di quanto ci aspettassimo. È stato un po’ un apripista per creare gli altri brani dell’album. L’abbiamo scelto come anteprima proprio perché secondo noi ci rappresenta bene.
Ci sono artisti o gruppi a cui vi siete ispirati per scrivere Il più alto dei rami o che pensate abbiano avuto un’influenza sul sound?
In realtà facciamo davvero fatica a trovare affinità con gruppi che ascoltiamo, come è naturale che sia ne siamo influenzati ma in maniera totalmente indiretta; magari chi ci ascolterà ci darà una mano a capirlo!
Ci raccontate qualcosa di curioso su questo singolo che magari sanno solo poche persone?
Un fattore curioso sta sicuramente nella realizzazione videoclip. Fino al giorno prima la sceneggiatura era completamente diversa: per una serie di fattori abbiamo stravolto completamente location, scenografia e costumi, ma sorprendentemente il risultato è stato anche migliore di quello che ci aspettavamo. Il regista Lorenzo Massa Saluzzo ha fatto un gran lavoro.
Quanto vi portate dietro delle vostre precedenti esperienze punk in questo progetto?
La musica punk è in tutto e per tutto la nostra essenza, si è solo trasformata ed evoluta nel tempo allo stesso modo di come lo ha fatto la nostra vita privata. Non a caso ci ostiniamo a definirci un gruppo punk rock… ma siamo ancora in tempo per cambiare idea!
Quali sono secondo voi le cose più importanti che un artista deve fare nel 2025 per farsi conoscere e far ascoltare la propria musica? E come pensate di metterle in pratica con quest’uscita?
Attraverso i social i nomi girano a grande velocità, ma per poter entrare nel cuore di chi ascolta il modo migliore resta sempre la versione live. Il nostro proposito e obiettivo è quello di suonare dal vivo il più possibile per arrivare all’orecchio di tante persone.
Com’è nato il rapporto di collaborazione con la vostra etichetta, Rocketman Records? Che valore aggiunto pensate dia al vostro percorso?
Abbiamo contattato Roby della Rocketman via mail allegando proprio Il più alto dei rami in versione demo e ci ha risposto positivamente. Ci hanno seguiti anche in fase di registrazione dell’album nel loro Real Sound Studio di Milano sotto la guida di Ettore Gilardoni che ci ha aiutati a trovare un suono giusto e ad avere un approccio più professionale rispetto alle nostre passate esperienze. È la prima volta che veniamo prodotti da un’etichetta, questo ci dà fiducia e speriamo che ci aiuti a diffondere il nostro lavoro il più possibile.
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