I Pax Side Of The Moon non hanno fatto un disco ma una cassetta, di birre. E ce lo hanno raccontato!

Esce su tutte le piattaforme digitali per Believe Music Italy (e in formato birra) il nuovo disco dei The Pax Side Of The Moon, disponibile da venerdì 12 aprile 2024 per Hukapan (etichetta discografica indipendente e agenzia creativa di proprietà del gruppo musicale Elio e le Storie Tese): un primo e definitivo capitolo che segue oltre dieci anni di attività live.

Dal momento che qualcuno ha detto loro che i dischi non si vendono più, i The Pax Side Of The Moon hanno deciso di fare una cassetta. Di birra! In collaborazione con Herba Monstrum (Beer Firm di Lecco), saranno disponibili ai concerti le birre ufficiali: cassette di sei birre per sei brani del disco, con una veste grafica curata da Sara Carraro e QR-CODE dedicato per l’ascolto del disco (con contenuti esclusivi – come per esempio la canzone proibita “Olog Nairt”).

Già ai tempi dell’uscita del singolo “Lombardia (Dicono tutti che sei mia)“, la band evitò la pubblicazione su qualsiasi supporto fisico: “sono come le bomboniere dei matrimoni: solo le nonne li conservano“. Anche in quel caso si pensò a una birra artigianale, la Lombarbeer, realizzata insieme a La Spilleria, birrificio di Cassina De’ Pecchi. Ad un festival in cui c’erano decine di band, tutte con il loro banchetto pieno di cd, spille, adesivi, magliette, i Pax avevano solo una vasca di ghiaccio con dentro le loro birre. Faceva caldo. Indovinate chi ha venduto tutto? E proprio per questo, si ripete l’operazione una seconda volta, con diversi singoli, durante il Concertozzo di Carpi, in apertura agli Elii. La band si appoggia a Nonno Pep, un birraio matto della zona: anche in quel caso l’accoglienza è stata fantastica, la gente dopo il concerto ci fermava per strada per farsi le foto con noi e, ovviamente, con le nostre birre.

Prodotti da Elio e Le Storie Tese e definiti come “eredi illegittimi” del medesimo Complessino, i The Pax Side Of The Moon passano dal country fino al “soft metal” con assoluta nonchalance. Testi solidi, arrangiamenti non banali e ironia da cecchini sono la conseguenza degli anni passati a suonare davanti a un pubblico molto eterogeneo e poco incline alla benevolenza.

Non potevamo che intervistarli a riguardo!

Quando uscirà il vostro disco?

Il “disco” digitale uscirà su tutte le piattaforme alle 00.00 di venerdì 12 aprile. La stessa sera lo presenteremo allo Zelig di Milano con uno show creato per l’occasione, che poi porteremo su tutti i palchi che ci vorranno ospitare.

E durante i live si potrà acquistare anche la versione “fisica” che è…?

Una cassetta. Niente dischi, solo cassette.

Musicassette?

No no. Cassette di birra.

Ok, spiegatevi meglio.

Abbiamo pensato che il formato “fisico” più adatto a ospitare la nostra musica fosse la lattina di birra. Perciò chi lo vorrà potrà acquistare una o più lattine, oppure un’intera cassetta da sei birre.

Come mai questa scelta?

Per tre motivi principali che vorremmo esporre in ordine, lasciando il più importante per ultimo.

3. Perché il lettore cd non ce l’ha più nessuno. La gente compra i dischi per sostenere le band ma poi ascolta la musica online quindi i dischi non servono assolutamente a nulla.

2. Perché è ecologico. La latta, se esposta il giorno giusto per la raccolta, si ricicla al 100%. Lo stesso vale per la birra, se avete almeno un rene funzionante.

1. Perché vende molto, molto di più.

E’ una previsione o avete dei dati a riguardo?

Abbiamo fatto dei test. Sin dal lancio del nostro primo singolo, “Lombardia, dicon tutti che sei mia” abbiamo sempre evitato i supporti “a perdere” tipo dischi o anche chiavette usb. Sono come le bomboniere dei matrimoni: solo le nonne li conservano.  Anche in quel caso pensammo a una birra artigianale, la Lombarbeer, realizzata insieme a La Spilleria, birrificio di Cassina De’ Pecchi. Poco dopo ci presentammo a un festival in cui c’erano decine di band, tutte con il loro banchetto pieno di cd, spille, adesivi, magliette. Noi avevamo solo una vasca di ghiaccio con dentro le nostre birre. Faceva caldo. Indovina chi ha venduto tutto?

Abbiamo ripetuto l’operazione, stavolta con diversi singoli, durante il Concertozzo di Carpi, in apertura agli Elii. Lì ci siamo appoggiati a Nonno Pep, un birraio matto della zona. Anche in quel caso l’accoglienza è stata fantastica, la gente dopo il concerto ci fermava per strada per farsi le foto con noi e, ovviamente, con le nostre birre.

Ma come funziona la musica con le birre? Dov’è, di preciso?

Su ogni lattina c’è un QR-code che porta a una piattaforma da cui puoi scegliere come ascoltare le canzoni. Per il lancio del disco “Come guadagnare con la musica” abbiamo realizzato sei birre artigianali per sei singoli e l’abbiamo fatto insieme a Herba Monstrum, Beer Firm di Lecco che ci segue da parecchio tempo.

Ma se poi l’ascolto è comunque online che cosa ha in più chi compra la birra? Non è che alla fine la compra solo per berla?

E farebbe comunque bene, è davvero buona! In realtà chi compra le lattine ha la possibilità di ascoltare i brani sulla piattaforma che preferisce. Questo è utile per esempio per chi non ha gli abbonamenti “Premium” e vuole sentire tutto il disco senza interruzioni. Un altro motivo valido è che si può accedere a dei contenuti esclusivi che continueremo a pubblicare anche dopo l’uscita del disco e non saranno accessibili a tutti, per esempio la nostra canzone proibita “Olog Nairt”.

Che cos’è la canzone proibita?

Eh non possiamo parlarne, è proibito.

Altri esempi di contenuti “speciali” del disco?

Il singolo “Gli Inizi”. Se uno ascolta la canzone capisce ben poco. Perché si tratta di un brano abbinato a un video, di fatto è la traccia audio di un Literal Video, una canzone “descrittiva”. E il video non è per tutti… è fatto da spezzoni di film porno.

Prego?

Sì, è nato quando all’ultimo secondo ci hanno annullato un concerto e ci hanno chiesto di esibirci online (era quel periodaccio lì, avete capito), a nostre spese per giunta. Noi abbiamo risposto: piuttosto mandiamo in onda dei film porno. Ci hanno riso in faccia, non pensavano l’avremmo fatto.

Ma ovviamente il video è stato bloccato, faccio fatica a immaginare una piattaforma su cui possano passare delle scene esplicite…

No no, è andato in onda in maniera integrale. Perché era una accurata selezione dei momenti più “innocenti” dei film hard. Quelli in cui i personaggi si incontrano e cercano un pretesto, spesso banale e molto divertente, per passare all’azione. Gli inizi, appunto.

La vostra etichetta è Hukapan, casa di Elio e le Storie Tese. Immagino che le vostre iniziative trovino un terreno fertile lì.

Facciamo fatica a immaginare un luogo più in linea con la nostra visione artistica. Ma come dice l’amante nell’armadio “non è come sembra”. Sia gli Elii che tutto il team di collaboratori sono super professionali quando si tratta di musica. In realtà quando presentiamo le nostre idee cercano sempre di “incoraggiarci” a trovare soluzioni più tradizionali o comunque più efficaci. Insomma ci dicono di non fare cazzate. Ma noi le facciamo lo stesso e loro, alla fine, ce le lasciano fare. Questo non ha prezzo per noi. Perché ci rendiamo conto, spesso, di fare cazzate. Ma sentirci liberi di farle è il motivo per cui facciamo musica.

Adesso però dovete raccontarne almeno una di queste cazzate.

Sono davvero infinite. Di alcune andiamo fieri, come le canzoni di Natale. Ogni anno ci chiedono, nella maniera più gentile possibile, di non fare la stronzata di uscire con un pezzo di Natale: è una cosa anacronistica, il periodo è super saturo e di fatto nessuno lo ascolta. Quest’anno l’abbiamo fatto mixando i loro vocali in cui ci insultano e ci chiedono di non farlo.

Altre cose invece sono state decisamente meno lungimiranti.

Per esempio?

Non amiamo gestire i social. Prima ci divertivamo di più ma ora il linguaggio è cambiato molto e non ci rispecchiamo nel flusso continuo da Tiktokers. Se fossimo stati furbi come i veri influencer avremmo fatto “scorta” di follower quando ancora si poteva, invece abbiamo fatto delle scelte discutibili. Tipo quella di eliminare sistematicamente i nuovi arrivati, per tenere fisso un certo numero…

Che numero?

Il 666. Era molto divertente. E ovviamente stupido, col senno di poi. Adesso siamo penalizzati dagli algoritmi e facciamo molta più fatica a comunicare con un pubblico più vasto. Detto questo non è che ci stracciamo le vesti: il nostro posto è il palco e ora, avendo chiuso finalmente il disco, possiamo tornare a incontrare le persone. 

Nel mondo vero, che cagare non fa.

Avete molti concerti quest’estate?

No, partiremo lenti per poi accelerare in autunno. Perché siamo stati fermi per molto tempo, tipo quando ti addormenti su un braccio; ti svegli di soprassalto e non lo trovi più e quando ti accorgi che è appoggiato sulla tua testa è troppo tardi: scivola e ti colpisce i genitali. 

E’ una storia vera, stateci attenti. 

Il disco è stata un’arma a doppio taglio, ci abbiamo messo molto più tempo del previsto a finirlo e finché non siamo arrivati in fondo al tunnel non abbiamo preso nessun altro impegno. Anche questa è stata una cazzata che Hukapan e il nostro produttore Cesareo in particolare, pur non condividendo, ci hanno lasciato fare.

Siete soddisfatti del risultato?

Anche se facciamo canzoni stupidine siamo dei perfezionisti. E saremmo andati avanti all’infinito, quindi a un certo punto abbiamo deciso che era “abbastanza”. Per noi è abbastanza bello, insomma. Per noi, ben inteso. 

Per voi è pure troppo.

Beh allora grazie!

Non c’è di che. A presto!