Facciamo due chiacchere con Fellini, giovane cantautore di Parma classe ’99, che ha presentato la scorsa settimana il suo ultimo singolo “COINCIDENZE”.
“COINCIDENZE” ritrae il sentimento di frustrazione del protagonista generato dalla convinzione che ogni suo intento risulti inutile nel corso di un’esistenza in cui si sente costantemente fuori luogo ed incapace di impattare sulla realtà. I versi di FELLINI descrivono una condizione in cui dubitare di se stessi è la risposta naturale quando gli stimoli del contesto che ci circonda sembrano essersi trasformati in ostacoli.
CIAO FELLINI, benvenuto su Fuori La Scatola, è un piacere fare due chiacchere con te!
Grazie mille, il piacere è tutto mio!
- Innanzitutto raccontaci qualcosa di te, com’è cominciata la passione per la musica? Hai avuto qualcuno in famiglia o qualche punto di riferimento esterno che ti ha accompagnato verso questo mondo?
Si, mio nonno suonava un po’ ed è stato lui ad insegnarmi i primissimi accordi e regalarmi la mia prima chitarra, che tra l’altro ho ancora! Poi da lì ho iniziato a prendere lezioni e dopo ancora ho avuto la fortuna di poter andare a studiare musica a Londra! Era nato solo come passatempo ma poi man mano è diventata una cosa sempre più seria e importante per me!
- Componi, suoni, scrivi e produci da solo, ti piacerebbe in futuro collaborare con altri addetti ai lavori o preferisci mantenere questa dimensione solo tua?
Si, in realtà mi piacerebbe molto collaborare con altre persone, soprattutto sul lato della produzione e magari avere anche una band con cui suonare le canzoni ai concerti! Va detto che ora faccio tutto io più perché mi sono trovato a volere fare musica ma non avere contatti in questo campo, quindi ho preferito rimboccarmi le maniche e imparare a fare le cose da solo, piuttosto di aspettare che qualcuno mi trovasse! Però sono sempre aperto alla collaborazione con le persone giuste!
- Ci dici almeno tre cose che ti ispirano maggiormente quando fai musica o scrivi?
Beh abbastanza recentemente ho notato che sono molto affascinato dallo storytelling, quindi dal modo di raccontare una storia. Ho fatto caso che puoi anche avere una storia non particolarmente entusiasmante ma se la sai raccontare nel modo giusto la puoi rendere super interessante e puoi attirare l’attenzione delle persone. Quando noto questa cosa nei film o nei testi di canzoni (o in generale in altra arte) sono sempre molto invogliato nel provarci anche io nella mia musica! Mi piace molto anche ascoltare aneddoti delle persone che ho attorno, il capire le loro emozioni, mi aiuta ad ampliare un po’ il bagaglio di emozioni che conosco (anche se indirettamente). E poi sicuramente la principale fonte di ispirazione dietro le mie canzoni sono le cose che avvengono nella mia vita. Alla fine, un po’ come quasi tutti gli artisti, uso la scrittura come modo per elaborare meglio le emozioni che sto provando, una sorta di diario.
- Sei nato e vivi a Parma, il contesto sociale in cui sei inserito ti sprona a continuare a coltivare questa passione o prima poi ti piacerebbe trasferirti altrove?
Beh io sono nato a Milano in realtà, però alla fine ho vissuto la maggior parte della mia vita in provincia di Parma, chiaramente qui è dove sono praticamente tutte le persone a cui voglio bene quindi mi piacerebbe riuscire a continuare il mio progetto rimanendo in questa zona, però penso anche che la vita di provincia mi stia molto stretta e sono certo che in altre città più grandi avrei molte più opportunità, quindi in realtà sono ancora molto indeciso sul da farsi!
- “COINCIDENZE” è il tuo ultimo singolo, le tematiche sono davvero importanti e la condizione di cui parli è molto comune a tanti creativi. Come riesci ad esorcizzare la condizione di “frustrazione” che racconti nel pezzo e che ruolo gioca secondo te nella carriera di un’artista?
Eh bellissima domanda! Nella canzone la frustrazione è applicata al contesto di una relazione, però penso che si possa effettivamente fare lo stesso discorso anche per la carriera artistica. In realtà è qualcosa su cui faccio ancora molta fatica, però ho notato che mi aiuta molto l’autoironia e il non prendere tutto così seriamente. Penso che, salvo qualche eccezione, la carriera artistica sia sempre fatta da moltissime delusioni (o comunque sicuramente la mia ahah) e questo inevitabilmente porta poi molta frustrazione. Mi allevia molto tenere a mente il fatto che alla fine dei conti nulla è così importante, se una canzone a cui tenevo tanto va male, ce ne saranno altre in futuro, se le cose non vanno come speravo una volta, ci saranno altre occasioni dove potranno andare meglio un domani. In questo modo ho imparato (o sto imparando comunque) ad innamorarmi più del processo in sé piuttosto che del risultato che ottengo e penso che questo sia un modo un po’ più sano di vivere!
Grazie mille Fellini per averci dedicato del tempo, in bocca al lupo e alla prossima!
Grazie a voi, mi ha fatto molto piacere!