Deborah, giovane promessa del panorama musicale italiano, continua a sorprenderci con il suo ultimo singolo, Nero Mascara, un brano che non solo conferma il suo talento in costante crescita, ma che segna anche una maturità artistica notevole. La canzone, prodotta, mixata e masterizzata da Diego Iezzi, pur mantenendo una solida base pop, si arricchisce di sfumature urban che la rendono fresca, attuale e perfetta per il circuito radiofonico. Un pezzo che, con la sua emotività cruda e il suo sound avvolgente, ha il potere di toccare le corde più profonde dell’animo umano.
L’ascolto di Nero Mascara è un viaggio sonoro e lirico che affronta temi universali e intimi: la perdita, il dolore, la difficoltà di esprimere ciò che spesso rimane taciuto. Il testo, autobiografico ma universale, esplora il conflitto interiore di chi non riesce a parlare del proprio dolore, una sensazione che molti possono riconoscere, soprattutto in un mondo dove le emozioni fragili vengono spesso nascoste. Deborah riesce a tradurre questa sofferenza in parole e melodie con una semplicità disarmante, che non risulta mai banale o forzata.
La narrazione di Nero Mascara è costruita su immagini potenti e simboliche che amplificano il significato della canzone. “Ora che non ci sei, ora che sei chissà dove” ripete l’artista, in un dialogo con un’assenza che sembra essere tanto fisica quanto emotiva. La frustrazione e la difficoltà nel trovare una via di comunicazione sono palpabili, con l’immagine della voce che si “rompe” mentre si cerca di parlare di chi non c’è più, un’assenza che, purtroppo, diventa silenziosa e insostenibile.
La nostalgia, il tema centrale del brano, è espressa con forza tramite metafore viscerali: “Ti spara prima al cuore e poco dopo alla gola” descrive l’agonia del ricordo come un’arma che non solo colpisce il cuore, ma soffoca anche la voce. L’immagine del “nero mascara”, che scende dalle lacrime, è tanto visiva quanto evocativa, simboleggiando il dolore che segna il volto di chi soffre, ma anche una sorta di resistenza, di forza di volontà che nonostante tutto rimane. È una visione struggente, ma anche terapeutica, come se, nell’atto di scrivere e cantare, Deborah stesse cercando una via di fuga dal peso della sua emozione.
In questo percorso emotivo, la cantante si rifugia in figure mitologiche come Mulan, Giulio Cesare e Beowulf, quasi come a cercare un alter ego che possa affrontare la propria vulnerabilità con una spada. Questa lotta tra la fragilità e il desiderio di forza è rappresentata in modo incisivo dalla sua scelta di “fendere colpi sul rewind”, un ritorno al passato che continua a rimandare al dolore dell’assenza. La nostalgia, quindi, è la cicatrice che non può guarire, il tarlo che si insinua nella mente e che non lascia tregua.
La produzione musicale di Nero Mascara è raffinata e moderna, con un mix che gioca abilmente tra sonorità pop e urban. Le linee melodiche sono orecchiabili e dirette, con un ritmo che incalza senza mai sopraffare il messaggio emotivo del testo. La voce di Deborah, delicata ma potente, è l’elemento che lega tutto insieme, dando una dimensione ancora più personale e toccante alla canzone. Il brano riesce a mantenere una certa leggerezza, nonostante la profondità emotiva, facendo sì che sia perfetto per una fruizione radiofonica, ma senza mai sacrificare l’intensità.
Con Nero Mascara, Deborah non solo dimostra una crescente maturità artistica, ma porta alla luce una tematica universale con una sincerità che colpisce nel profondo. La sua capacità di esprimere dolore e vulnerabilità, combinata con un sound moderno e radiofonico, la rende una delle voci più interessanti della scena musicale attuale. La canzone è un invito a non nascondere le proprie fragilità e a non avere paura di mostrare il proprio dolore, perché, come ci ricorda il brano, non è mai segno di debolezza, ma spesso la terapia più potente.
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