Contro la cultura dello stupro nasce “Bravi ragazzi” di Saphe

Stanchezza. Delusione. Rabbia. Impotenza. Voglia di far qualsiasi cosa perché le cose cambino. Voglia di unirsi, coalizzarsi contro un male che non dovrebbe essere male, perché uomo e donna da che mondo e mondo dovrebbero farsi la guerra?

L’artista pop punk romana Saphe pubblica il suo terzo brano “bravi ragazzi“: un testo di denuncia scritto da una penna forte, mai disposta a compromessi. Il brano nasce dopo gli eventi dello stupro di gruppo a Palermo ai danni di Asia Vitale, che è solo l’ennesima vittima di un problema sistemico che da troppo tempo affligge la nostra quotidianità. L’incessante ondata di notizie relative a femminicidi, in particolare con quello di Giulia Cecchettin, ha fatto sì che “bravi ragazzi” prendesse sempre più la forma di un’arma che ormai necessitava di sparare, di fare rumore.

Pezzo forte di “bravi ragazzi“? La caparbietà nell’introdurre intelligentemente riferimenti a fatti di cronaca dell’ultimo anno: la nota palpata sotto i 10 secondi, i biscotti che avrebbero dovuto scagionare un femminicida, ma anche un discorso politico che ha fatto scalpore tra le attiviste che pone la donna in una posizione attiva nel cercare “riparo” dagli uomini abusanti. 

Il tema centrale è quello della categoria dei “bravi ragazzi”, appellativo utilizzato nei confronti di tanti uomini abusanti e femminicidi, lasciando intendere che l’avvenimento era inaspettato, perché lui “era così bravo che le faceva i biscotti”.

Questo brano è un rifugio per le donne ed una lezione per gli uomini: non c’è più spazio per le retoriche dell’ “inaspettato”, noi ormai ci aspettiamo il peggio sempre, sta solo a loro farci capire da che parte stanno. Noi con questi “bravi ragazzi” non vogliamo averci niente a che fare, e ogni giorno di più sappiamo come allontanarci da dinamiche violente. Ci proteggiamo l’un l’altra.”

DUE CONCETTI SALDI CONTRO IL PATRIARCATO

Con “bravi ragazziSaphe vuole trasmettere due concetti, uno al mondo degli uomini abusanti, uno alle donne vittime di abusi. Rispettivamente:

  1. “Ci siamo stancate, non ci sono più giustificazioni, non ci sono più scuse, non c’è più spazio per voi.”
  2. “C’è una via d’uscita e voglio mostrarla a tutte voi, se stiamo insieme siamo salve, combattiamo.”

CONTATTI

SPOTIFY

INSTAGRAM

YOUTUBE