“Dove va il vento se non soffia più?” Questa è solo una delle tante domande che Eraldo Corti esplora in “Coccoina”, il suo nuovo singolo. La canzone, delicata ma incisiva, si muove tra toni poetici e sarcastici, affrontando la fragilità dell’esistenza. La nostra realtà, secondo Corti, sembra essere mantenuta da semplici illusioni. Chi siamo veramente? Qual è il nostro posto nel mondo? L’essere umano è solo un incidente evoluzionistico o c’è qualcosa di più profondo? Con “Coccoina”, Corti esamina queste domande con una leggerezza che mette in contrasto con le superficialità di una società malata, perduta nelle sue futilità. Eraldo racconta di come, una mattina mentre andava al lavoro, ascoltò un detto tibetano che diceva: “Quando non soffia, dove va il vento?”. Questo pensiero lo accompagnò per tutta la giornata, fino a quando, quella sera, prese in mano la chitarra e scrisse “Coccoina” nel tentativo di rispondere a quella domanda. Testo e musica sono di Eraldo Corti, con la produzione e il mixaggio di Joe Santelli. La canzone vede la partecipazione di Chiara Corti e Simona Gambaro ai cori, con Joe Santelli che suona chitarre elettriche e tastiere.
Come è nata l’idea di “Coccoina”?
Ascoltando la radio, la speaker a un certo punto ha ripetuto un detto tibetano, che non conoscevo:“Quando non soffia, dove va il vento?”. Ci ho pensato tutto il giorno, Questa domanda si presta sia a risposte scientifiche che poetiche o filosofiche. La sera ho scritto la canzone.
La fragilità dell’esistenza è un tema ricorrente nella tua musica?
Direi di sì, vivere ci pone continuamente di fronte alla necessità di fare scelte, e noi siamo soli ad affrontare problemi più grandi di noi, siamo soli, piccoli e fragili e facciamo una quantità assurda di errori, anche senza accorgercene. Quindi si, la fragilità, l’inadeguatezza, l’errore.
Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile musicale nel corso degli anni?
La mia musica si è evoluta negli anni grazie soprattutto all’ascolto di una quantità enorme di musica, di ogni genere. Io scrivo canzoni, che sono sia parole che musica, guardo all’evoluzione di ciò che faccio in funzione dell’equilibrio tra queste due componenti, Oggi presto sempre più attenzione alla parte armonica e lascio che parole e musica si spingano a vicenda, evitando banali schematismi.
Dal punto di vista della struttura invece tendo a rispettare la forma canzone senza però rimanerne soggiogato.
Quali sono le tue fonti di ispirazione nella vita quotidiana?
Tutto ciò che mi emoziona, sia positivamente che negativamente, Cerco anche di prestare ascolto al mio stato d’animo, rifletto su notizie, frasi del quotidiano, racconti di vita vissuta.
Anche la letteratura, il cinema, la televisione, mi sono di grande ispirazione.
Quali emozioni speri che gli ascoltatori provino ascoltando “Coccoina”?
Intanto la sorpresa, il mio è un testo volutamente surreale, che nasconde varie riflessioni sull’esistenza e sulle malattie croniche di questa social-società in cui anneghiamo, e poi nostalgia per le nostre infanzie, durante le quali abbiamo perso l’occasione di diventare veramente grandi.