“Fight” è in uscita da venerdì 27 ottobre 2023, in distribuzione Believe Digital, su tutte le piattaforme digitali. Si tratta del singolo di debutto della singer e songwriter Clio Colombo, che svela completamente il suo nuovo progetto solista, ancora in collaborazione con Martin Nicastro e con il produttore Giuliano Pascoe. Clio M. è il naturale proseguo del duo Clio&Maurice, che Rockit aveva definito “la via italiana all’avant-pop“.
“Fight” è un brano oscuro in cui convivono influenze stratificate e diverse di respiro internazionale, affondando nel retaggio di artiste come Björk, Arca o FKA Twigs, con un focus che è sia politico sia esistenziale, profondamente ispirato all’energia interpretativa e compositiva di Nina Simone. “Fight” è un primo capitolo di un disco in uscita che vedrà inoltre la partecipazione di Adele Altro (Any Other).

L’abbiamo intervistata.
Come mai hai sentito l’esigenza di ri-iniziare come solista, nonostante il ruolo di Martin Nicastro sia ancora così evidente?
Avevamo bisogno di partire con energie nuove e il duo stava ormai stretto a entrambi: io volevo sentirmi più libera di identificarmi con la mia musica, mentre Martin ha cominciato a lavorare con più progetti. In questo modo riusciamo a collaborare molto meglio e ci sentiamo più a nostro agio nei nostri ruoli.
Quali sono i problemi della discografia indipendente in Italia? Hai avuto una sensazione diversa, esplorando altre scene musicali all’estero?
Secondo me i problemi sono sistemici e si ritrovano all’estero come in Italia. Il numero di persone valide in cerca di un’etichetta è molto più alto di quelle che le etichette indipendenti riescono a produrre. Dal loro canto le etichette, con la crisi della discografia, sembrano avere meno risorse o comunque sono portate a firmare con artisti che alla fine si autoproducono totalmente. Forse la differenza principale tra l’Italia e la Germania, la Francia o il Regno Unito è che lì ci sono strutture di sostegno, sia statale sia associativo, che permettono di sostenere l’attività delle etichette, specialmente in fatto di export. Anche l’Italia sembra si stia adeguando, ma è ovvio che anche nella migliore delle ipotesi ci vorrà del tempo.
Che cosa volevi comunicare con “Fight” e a che periodo fa riferimento questo pezzo? E come ti senti ora a riascoltarlo?
“Fight” è stato scritto in un momento in cui due persone molto vicine hanno attraversato un periodo difficile nella propria relazione. Il brano non parla di loro, ma è ispirato a quel tipo di situazione, nella quale ci si sente bloccati e a tratti rassegnati perché non si sa né come gestire il conflitto né come combattere perché la relazione non finisca. Ho passato un periodo in cui mi veniva un po’ la nausea a risentirlo ma ora che è pubblico lo sto riascoltando praticamente con orecchie nuove: anche se oggi farei alcune cose diversamente sono fiera del lavoro che abbiamo fatto.
Come è strutturato un tuo live?
Al momento suono insieme a Martin, che mi accompagna al violino. Rispetto al passato utilizziamo molti più effetti e alterniamo basi a brani costruiti con la loop machine. La prospettiva per il futuro è allargare la formazione e avere, per iniziare, anche un musicista che possa suonare dal vivo le parti di percussioni elettroniche.
Programmi per Capodanno?
Questa è difficile davvero… credo che alla fine farò quello che mi piace da sempre: cucinare con gli amici una marea di cibo e poi fare tardi tutti insieme. E probabilmente obbligarli a giocare a Catan.