Cinque dischi che non dovreste perdervi in questo turbine di nuove uscite autunnali

Finita l’estate, inizia anche un periodo folle dove diventa difficile stare dietro alle uscite discografiche, e non possiamo che correre in vostro soccorso per segnalarvi cinque uscite che forse dovreste ascoltare (o recuperare): una guida per le giornate di pioggia autunnali, per le serate tra amici e per quelle solitarie, dove abbiamo delle buone cuffie e un buon vino, ma niente da ascoltare. Qui un aiuto a tutti voi, musicofili romantici che professano che la loro stagione preferita è l’autunno. Buon ascolto, non c’è di che!

Leif Vollebekk per le ultime biciclettate cittadine

Ogni anno ci caschiamo. Ci promettiamo che useremo la bicicletta anche d’inverno, perchè l’inquimento, perchè la sedentarietà, il costo della benzina e tantissimi altri buoni motivi. Ma poi il freddo ci fa cambiare idea, e per queste ultime biciclettate al lavoro di sole e pioggia improvvisa, non potevamo che scegliere questo nuovo disco dolce-amaro dalle tinte autunnali, “Revelation” di Leif Vollebekk. Un disco che è anche una ricerca spirituale, che affonda in un delicatissimo e ritmato folk rock, una pedalata alla volta, un temporale alla volta, come nella vita. Un disco che è terreste e celestiale, dove l’acqua scorre e raccoglie gli astri e temi come la mortalità inevitabile, di tutti e di tutto, come i pensieri che ci colgono improvvisi nelle mattine difficili, quando ci svegliamo troppo presto.

L’estate che finisce, e torna la malinconia e il dolore di ciò che c’era prima, con la compagnia di Albin Lee Meldau, che condivide la sua storia tormentata in “Discomforts

E non so se succede anche a voi, o siamo pazzi noi, ma d’estate sembrano sparire tutti i problemi, o forse li nascondiamo sotto chili di crema solare e musica ad alto volume, ma con le giacche feltrite che avevamo sepolto in fondo all’armadio, anche tutti i nostri demoni tornano con l’autunno. E non sappiamo bene da cosa dipenda, però in queste circostanze fa molto bene ascoltare i traumi altrui, quelli peggiori dei nostri, come quelli di Albin Lee Meldau che nel suo “Discomforts” ci racconta la sua riabilitazione. Mettersi a nudo, mettersi a disposizione degli ascoltatori, completamente, silenziosamente: in un momento di abbandono, di solitudine, il cantautore svedese ha scritto uno dei suoi capolavori, che ci possono fare compagnia nelle nostre serate solitarie, dove beviamo alla nostra e ci chiediamo che fine abbiano fatto tutti. Una voce profonda, ritmi contagiosi, soul, jazz e ottoni. La catarsi perfetta.

Il vostro disco preferito del 2024, quello di Epoca22 che sta per uscire



Come Blade Runner, ma a Roma. Una Roma post-apocalittica. Pioggia, oscurità, testi che richiamano al liceo classico che volevamo frequentare, tristezza e new wave: questi gli ingredienti de “La città radiosa”, il disco di debutto di un progetto complesso e inclassificabile, quello di Epoca22 in uscita da venerdì 11 ottobre 2024, che suona come l’estrema volontà di voler spuntare tutti gli ultimi propositi che avevamo immaginato chissà quando. Chissà quando abbiamo avuto il tempo anche solo di pensare tutti questi propositi che ora ci ritroviamo qui, accumulati. Punk, malinconia e l’alternative rock abbiamo ascoltato (troppo) da adolescenti, come quei Verdena che continuiamo ad andare a vedere, anche se adesso hanno quarant’anni anche loro. Questo disco, il nostro nuovo disco preferito del 2024, sa di tutti propositi che sappiamo non spunteremo mai, come gli amici a cui abbiamo mandato questo disco illuminante, e che forse non ascolteranno mai. 

E a proposito di dischi strani. Dada Sutra

Un’altra piccola rivelazione, per le serate autunnali che ci sembreranno ancora estive, quelle che passiamo fuori, quelle delle sbronze in giorni feriali, il nostro demone che si fa musica, seducente, ammiccante e spaventoso. Lei è film riuscito di Dario Argento, se fosse un film, ed è anche uno dei progetti più interessanti della scena che porta sul palco jazz e contaminazioni alternative, che parla di alieni, carabinieri e sesso, risultando anche estremamente coerente. La nostra pazzia romantica, anche nei giorni di routine autunnale, la nostra vita monotona, che si tinge di rosso, il rosso di un rossetto vintage. Caterina Dolci, questo il suo nome vero, è una folle musicista che ci piace perchè è animalesca a arrabbiata, ma anche incredibilmente orecchiabile, come un gatto a cui piace essere accarezzato, ma non troppo, e non sempre. Portate a bere i vostri demoni, vi abbiamo trovato anche la giusta colonna sonora. 

Il disco dei Les Enfants, che non esiste ancora

AL ROGO by Les Enfants

E per concludere vi portiamo qui, a quel momento della cena dove potete tirare fuori una piccola chicca della scena italiana indipendente, dove i Les Enfants (che magari alcuni vostri amici, prima che avessero moglie e figli ricorderanno) hanno fatto un nuovo disco: un esperimento sociale di improvvisazione, che poi è diventato un disco, e che non è mai uscito su Spotify. Non ci sarà nessun altro album che, come questo, potrà risultare così nerd. Senza parole, l’ecologia della musica, lontano dai riflettori di X-Factor e dalle dinamiche della performance, i Les Enfants ci hanno regalato un disco di serate quiete, di famiglia e di famiglia lontana. Ci erano mancati così tanti, anche se non sono più quelli che ricordavamo, come quel fratello che torna una volta all’anno dagli Stati Uniti a cui vogliamo bene incondizionatamente, anche se ci torna sempre con un taglio di capelli diverso.