E in questo periodo di pigrizia incredibile, dove sempre così difficile barcamenarsi tra le nuove uscite musicali, quelli più meritevoli, quelle che di solito ci segnalava quella o quell’altra testata che però ora è in vacanza, quelle che ci passava l’amico, che però ora è in ferie con la morosa e non si fa più sentire. Per tutti questi e innumerevoli altri motivi ci è sembrato giusto segnalarvi quattro nuove uscite che forse non avete notato, che potrebbero rivelarsi molto interessanti per i vostri ascolti da spiaggia.
“La Repubblica del Bilocale” di Angelo Romano
Angelo Romano è un po’ come quello zio, quello zio che abbiamo tutti: scapolo, un po’ distante, che non parla mai ma quando lo fa ha aneddoti da vendere, e intrattiene tutto il bar. Quello zio che, inaspettatamente ha fatto un disco, e noi non possiamo dargli troppa fiducia, perchè i social li usa malissimo, ha un discutibile senso estetico e quindi non molto di ciò che attribuiremmo a una rockstar del 2024. Eppure eccoci qui, un disco di un cantautore dalle mille vite, che non dice molto, della sua vita vissuta tra Palermo, Berlino e Barcellona, e allo stesso ci mostra tutto, con quel suo timbro graffianten di chi è stato preso a schiaffi dalla vita e si muove spavaldo tra le vie del centro. Un disco che sicuramente non è per tutti, che può risultare difficile, o addirittura antipatico, stonato, storto, diverso. Ma noi siamo qui, che non possiamo più farne a meno, di quello zio che continuiamo a invitare al pranzo di Natale, non sicurissimi che si presenterà.
Angelo Romano: un cantautore,un isolano che non sa nuotare, un cantautore che si muove sul palco come Mick Jagger e un poliglotta che non ha paura di cambiare lingua tra inglese, italiano e siciliano, il tutto mentre vi consegna la sua anima ferita su un piatto con un mezzo passetto di danza.
“I fiori del male” di Kimera
Un nuovo cantautore, diversissimo da ciò che vi abbiamo fatto ascoltare, perchè Kimera che vive di pop e un’immaginario estetico impattante e definito, di sofferenze condite da un pianoforte magnetico, in questo piccolo EP che può accompagnare la vostra estate, se anche voi vi siete sentite improvvisamente soli, accompagnati dall’ossessione di lei, ma anche di lui, di loro insieme, del prima, e di molto altro. Ed è sempre incredibile quando brani come “Artico“, prima traccia del disco che è stata la prima che abbiamo ascoltato di quest’artista, che entra sotto la pelle ma allo stesso tempo ci porta in spiaggia, alle giornate infinite che si rivelano giuste per l’alcol e le ore piccole, le scottature e il distrarsi, dagli abissi.
L’amore e la ricerca di sé stessi si intrecciano in un vortice di emozioni dando vita a un percorso tumultuoso ma illuminante. Attraverso esperienze emotive intense e momenti di smarrimento ci si interroga sulla propria esistenza e sul significato della vita. La fragilità e la debolezza diventano così terreno fertile per una profonda crescita interiore. Da questo viaggio emotivo si emerge trasformati, consapevoli della propria forza interiore, pronti ad affrontare le sfide del futuro con rinnovata tenacia.
“Fantastiche visioni” di Luca Gemma
E forse lo avete capito che non ci piacciono le estati tradizionali, quelle fatte di singoli estivi e ritornelli ossessivi, ma ci piacciono i mood malinconici, quelli che ci accompagnano nella nostra solitudine, inevitabilmente amplificata in estate. E possiamo sinceramente affermare che “Fantastiche visioni” è decisamente un disco che forse dovreste recuperare se come noi amate le estati solitarie, quelle un po’ oscure e cittadine. Luca Gemma, cantautore che chi conosce la scena musicale milanese ben conosce, delinea i tratti di una Gotham City squisitamente italica, decadente, alla deriva. Il suo Jesus Underground è un piccolo manifesto di resistenza, fantastichiamo: a una Milano ad agosto, a chi è rimasto, a chi è solo, nonostante tutto. Venature post punk in una matrice alternative rock, che piacerebbe a vostro padre che ascolta gli Afterhours.
Atmosfere crepuscolari, alternative pop che si nutre di canzone d’autore e influenze internazionali. Benvenuti nel mondo sbilenco e visionario di Luca Gemma che non tarderete a riconoscere e ad accogliere.
“Invincible Summer” di Milo Scaglioni
E non possiamo lasciarvi andare senza parlare di questo piccolo album, passato inevitabilmente in sordina perchè Milo Scaglioni è anche il bassista dei Baustelle, ed facile perdersi piccoli capolavori come questo se l’attenzione viene catturata da un progetto mainstream come quello citato. Ma oggi, che di mainstream non diciamo proprio niente, non possiamo che portarvi qui, in questo disco malinconico, sfacciatamente resistente: l’estate invincibile a cui fa riferimento il titolo è quella descritta da Camus, che resiste nonostante tutto, quella dell’animo che vuole essere felice, a tutti i costi. E forse dovreste concedervi di ascoltare questo disco, se non pensate di possederlo questo animo, e lasciarvi assorbire da atmosfere folk-rock, e dalla voce di Milo, che sembra sempre rotta dal pianto, ma che racconta storie incredibile, come quella di un addio che percorre mezza Europa, da Parigi ad Amsterdam.
“Invincible Summer“ spazia in una direzione ecclettica, abbracciando mondi sonori che partono dall’intimismo di una canzone come “Sketches in the sand” e arrivano all’urlo di un pezzo come “Electric Shush“, passando attraverso brani dalla psichedelia alla Velvet Undrerground, per poi virare verso un Richard Ashcroft del primo periodo solista e ripartendo per un viaggio in treno dalla Francia all’Olanda, nella storia di un amore da nouvelle vague raccontata in “From Paris to Amsterdam“.