4Grigio apre il 2025 pubblicando il 1 gennaio “All’anno che se ne va”. Un brano, dal punto di vista melodico, più classico rispetto ai precedenti e più delicato. Chitarra classica, pianoforte, archi e semplicemente la sua voce. Non solo una canzone, ma un omaggio, un ringraziamento per tutte quelle persone che l’hanno sostenuto durante il 2024.
4Grigio ci ricorda che non sono i numeri a contare, ma le persone ed è proprio a loro che dedica “All’anno che se ne va”. Quelle persone che nel corso dei dodici mesi precedenti si sono ritrovate nelle sue canzoni, tutte quelle persone che ti sostengono e apprezzano ogni giorno.
Lo abbiamo intervistato.
All’anno che se ne va” sembra essere molto diverso dai tuoi brani precedenti, sia per il messaggio che per l’approccio musicale. Cosa ti ha spinto a scegliere uno stile più classico e delicato per questo pezzo?
Le riflessioni che scaturiscono dalla fine di un vecchio anno e l’inizio di uno nuovo sono temi universali. Si ripropongono ciclicamente ogni 365 giorni. Per questo volevo che la produzione avesse delle sonorità tradizionali, così da dare alla canzone un’atmosfera senza tempo.
Parli di speranza e ottimismo per il futuro. Quali sono le lezioni più importanti che il 2024 ti ha lasciato?
Il 2024 è stato l’anno in cui ho lanciato il mio progetto musicale, quindi le lezioni sono state molteplici. Quella dalla quale ho imparato di più è stata l’importanza di continuare a promuoversi con costanza, e in maniera mirata, anche quando l’engagement è pochissimo; con il tempo le cose miglioreranno, e avrai un pubblico più ampio al quale rivolgerti.
La canzone è un omaggio ai tuoi fan. Che effetto ti fa sapere che le tue canzoni hanno creato una connessione così profonda con le persone?
A me fa effetto sentirti dire che ho dei fan. Considera che faccio tutto da solo: scrivo le canzoni, le produco, le pubblico, le promuovo, mi giro i music video. È un processo creativo estremamente personale. Per questo, quando persone sconosciute interagiscono in maniera così positiva con quello che creo, provo una sensazione surreale. Ovviamente volevo far ascoltare le mie canzoni in giro, ma non mi aspettavo che le mettessero in loop, che le condividessero con gli altri, che le facessero loro. I numeri sono microscopici se li mettiamo in prospettiva, ma sono estremamente significativi per me.
Il salotto di casa tua è il tuo home studio. Com’è lavorare in un ambiente così intimo e personale?
Per me è un luogo di lavoro ideale, perché è lì a disposizione quando ne ho bisogno, quando sento di voler creare qualcosa di nuovo. È facile convogliare le mie energie creative nel mio salone: è casa. Gli studi di registrazione tradizionali, con i loro orari rigidi e l’atmosfera ovattata mi mettono a disagio.
Qual è stata la storia o il messaggio più emozionante che un fan ti ha condiviso?
Ce ne sono state diverse. Le mie canzoni hanno fatto riaffiorare memorie di amori finiti, persone scomparse, momenti di difficoltà interiore. Non credo siano state d’aiuto in maniera diretta, ma so che hanno offerto opportunità di riflessione. Essere entrati nella vita di queste persone, che hanno voluto condividere frammenti delle loro esperienze con me, è stato un privilegio.
Se potessi collaborare con un artista che ammiri, chi sarebbe e perché?
The Weeknd. È stato in grado di convogliare nelle sue canzoni tutti gli elementi che hanno contribuito alla rinascita del synth pop, contribuendo a trasformarlo nel genere di riferimento attuale. E ha una splendida voce.
Hai già dei progetti in cantiere per il 2025? Cosa possiamo aspettarci dal tuo percorso musicale quest’anno?
Ci sono vari inediti in cantiere per quest’anno. Vorrei avere più tempo per farli uscire velocemente, ma l’aspetto promozionale richiede molta attenzione, e bisogna dedicargli il giusto spazio. Ci saranno comunque nuove canzoni da ascoltare nei prossimi mesi.